In ricordo del professor Remo Bodei


La scomparsa di un filosofo è sempre destabilizzante, coglie impreparati e sprovvisti, fino a farci sentire privi di quella protezione e di quel riparo che può fornire la luce del pensiero. Con questa consapevolezza, vivo la perdita del professor Bodei. Amico presente, studioso sempre disponibile, in particolare nei riguardi dei giovani, verso i quali si è sempre prodigato affinché la filosofia fosse, non una mera disciplina scolastica o accademica, ma un faro attraverso il quale analizzare la realtà storica[1].

Chiediamoci, quindi, qual è il posto di Remo Bodei nel panorama del pensiero contemporaneo?

Da critico acuto de La filosofia del Novecento[2], non ha mai smesso di porsi la domanda sull’identità di ciascuno e su quella di interi gruppi o popoli, consapevole dell’urgenza ricoperta da un tale problema per la riflessione e per la politica. La sua vasta produzione, nella diversità dei temi e degli argomenti, ha delineato la mappa dei percorsi in cui la filosofia incrocia gli altri saperi, senza mai snaturare il carattere precipuo delle singole discipline. Egli ha colto il movimento delle idee, nella loro specificità; puntando l’attenzione sugli snodi del discorso filosofico. Abbandonando sia la prospettiva della storia lineare, che quella della descrizione di sistemi miniaturizzati e isolati, ha preferito la rappresentazione di scene teoriche coese, scandite da quadri concettuali, in cui i protagonisti intrecciano i loro argomenti nello sforzo di chiarire problemi ancora attuali.

La sua attenzione nei confronti delle passioni umane[3], il suo interesse nei riguardi del ruolo svolto dalla tecnica e dalla scienza, quali strumenti artificiali attraverso i quali plasmare la coscienza individuale[4], sono stati i segni distintivi di una riflessione sempre attenta alla vita, alla polis,quale spazio di incontro e di relazione tra gli uomini. Del resto alcuni degli autori con i quali si è confrontato – riprendendo quel dialeghestai di Socratica memoria - sono stati proprio Platone, Agostino, Hegel[5], Hölderlin[6], Heidegger, Arendt, Pirandello. E se è vero che l’allievo si riconosce dai maestri, essersi posto sotto la sequela di un tal stuolo di pensatori è valso ad offrire a noi, suoi eredi, una visione della filosofia quale pensiero vivente; quale strumento per il riconoscimento e l’affermazione di se stessi all’interno della comunità d’appartenenza. Bodei, quindi, ha sempre proposto un sapere incompiuto ed aperto, perché sempre aperto alle circostanze all’interno delle quali gli uomini agiscono e scelgono. Nel mostrare il senso del filosofare, Bodei intreccia le vicende storiche, con i problemi della società; mettendo in relazione i contributi dei grandi pensatori con l’analisi delle istituzioni civiche, dalle scuole ai mezzi di comunicazione[7]. La sua filosofia non tralascia mai di menzionare il contributo offerto dalla saggezza indiana, cinese, araba e giapponese; allargando il pensiero occidentale a quei contributi proposti da altre civiltà e da altre culture. In altre parole, come una sorta di allenamento per l’intelletto, ha sempre posto noi – suoi allievi- in contatto con alcuni dei principali temi affrontati dalla filosofia, dalla psicologia, dalla sociologia, offrendo strumenti per ulteriori ricerche interdisciplinari L’obiettivo principale, proposto da Bodei, è sempre stato quello di stimolare ciascuno a sperimentare da sé soluzioni ai problemi in cui incappiamo nel quotidiano.

Non è un caso che io abbia scelto di proporre in classe, ai miei studenti di III L.E.S., per la loro prima lezione di filosofia, un saggio del prof. Bodei. E così, tra i banchi e tra le mani dei nostri allievi, scorrevano tre opere diversissime: Che cos’è la filosofia? di Martin Heidegger, I giorni della vita. La filosofia risponde alle domande quotidiane, di Giuseppe Cantarano e Una scintilla di fuoco. Invito alla filosofia, di Remo Bodei.

Certamente, da amico dei giovani, Bodei veglierà sul loro percorso, e noi docenti siano investiti del compito difficile, ma entusiasmante di trasmettere quella passione per il pensare; sola alternativa per poter affrontare il mare dell’incertezza e delle difficoltà. Ai giovani, nota Bodei: ‹‹l’avvenire si apre al possibile e nell’immaginazione, si popola di aspettative e di desideri ››[8]. In periodi difficoltosi e di veloci cambiamenti, l’entusiasmo, l’impeto della giovinezza si mostrerà vincente. I giovani, infatti, sono chiamati a ragionare sui mezzi per contrastare l’incertezza e il caso. I giovani sono da sempre raffigurati come colmi di desideri, e di aspettative per il futuro. E i vecchi come coloro che si pongono il problema di attribuire un senso alla vita che è trascorsa, e nel suo incedere rischia di apparirne priva. Eppure, nell’attuale contesto di crisi economica e di precarie condizioni lavorative ritenere che i giovani siano caratterizzati dalla speranza sembra essere ironico. I giovani, quasi indossando i panni di un Prometeo capovolto, sono chiamati a riscoprire il senso del limite, del confine[9]. I margini, tra realtà e immaginazione, tra digitale ed analogico, tra virtuale e concreto, tra biologico e tecnologico, sono stati ormai talmente valicati che le differenze tra questi poli antinomici sono sparite. Riportare ordine è una sfida che ci trova tutti coinvolti; distinguendo si può ben definire, concettualizzare ed indicare ciò di cui si sta parlando, ciò di cui si sta facendo esperienza.

Prof.ssa Rosaria Catanoso

 

[1] R. Bodei, Se la storia ha un senso, Moretti &Vitali,Bergamo 2007.

[2] R.Bodei, La filosofia nel Novecento, Feltrinelli, Milano, 2006.

[3] R. Bodei, Geometria delle passioni, Feltrinelli, Milano, 1991, ed ancora, Ira. La passione furente, il Mulino, Bologna, 2011;

[4] R. Bodei, Destini personali. L’età della colonizzazione delle coscienze, Feltrinelli, Milano, 2002.

[5] R. Bodei, La civetta e la talpa. Sistema ed epoca in Hegel, il Mulino, Bologna, 2014.

[6] F. Hölderlin, Sul tragico, a cura di R. Bodei, Feltrinelli, Milano, 1989.

[7] R. Bodei, Una scintilla di fuoco. Invito alla filosofia, Zanichelli, Bologna, 2009.

[8] R. Bodei, Generazioni. Età della vita età delle cose, Laterza, Roma, 2014, p. 5.

[9] R. Bodei, Limite, il Mulino, Bologna, 2016.